Siamo, innanzitutto, giornalisti cattolici accomunati dal desiderio di poter offrire un’informazione deontologicamente corretta, schietta ed equilibrata, ancorata alle dinamiche della verità e dei valori cristiani, lontanissima da giochetti di potere politico ed economico, con un particolare sguardo alle buone notizie, quelle che talvolta rimangono nell’ombra e sulle quali, invece, noi desideriamo scommettere.
A tal proposito Papa Francesco osservava: “La vita dell’uomo non è solo una cronaca asettica di avvenimenti, ma è
storia, una storia che attende di essere raccontata attraverso la scelta di una chiave interpretativa in grado di selezionare e raccogliere i dati più importanti. La realtà, in sé stessa, non ha un significato univoco. Tutto dipende dallo sguardo con cui viene colta, dagli “occhiali” con cui scegliamo di guardarla: cambiando le lenti, anche la realtà appare diversa. Da dove dunque possiamo partire per leggere la realtà con “occhiali” giusti? Per noi cristiani, l’occhiale adeguato per decifrare la realtà non può che essere quello della buona notizia, a partire da la Buona Notizia per eccellenza: il “Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1)” (51ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, 24 gennaio 2017).
“Impronta Magazine” desidera raccontare, con semplicità e dinamicità, i principali fatti che accadono nel mondo, e in modo particolare gli avvenimenti che riguardano la vita quotidiana dell’uomo, della famiglia e della fede. Non lasceremo fuori nessuno – rispettando le scelte, gli stati di vita, gli orientamenti sociologici e la religiosità di tutti –, ma nello stesso tempo non abdicheremo ai valori di fede cattolica che ci contraddistinguono e che ci hanno spinto ad abbracciare questa nuova avventura giornalistica.
“Il compito del giornalista – ricordava San Giovanni Paolo II – è in certo senso “sacro”. Voi giornalisti – precisava il grande Pontefice polacco – «siete chiamati ad impegnare la vostra professionalità al servizio del bene morale e spirituale degli individui e della comunità umana. E’ qui il punto nodale della questione etica, che è inseparabile dal vostro lavoro. Con la sua vastissima e diretta influenza sulla pubblica opinione, il giornalismo non può essere guidato solo dalle forze economiche, dai profitti e dagli interessi di parte. Deve essere invece sentito come un compito in certo senso “sacro”, svolto nella consapevolezza che i potenti mezzi di comunicazione vi vengono affidati per il bene di tutti, e in particolare per il bene delle fasce più deboli della società: dai bambini ai poveri, dai malati alle persone emarginate e discriminate» (Giubileo dei Giornalisti, 4 giugno 2000).