Giornata nazionale contro le leucemie, Ail lancia l’appello: “Non c’è più sangue!”

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“A Palermo non c’è più sangue”. Fu questa una frase provocatoria utilizzata da Ail già negli anni Novanta, per promuovere a Palermo la raccolta di sangue. Purtroppo questa frase continua ad essere attuale, e quest’anno più che mai. Infatti le scorte di sangue, a Palermo, sono ormai esaurite! Con la ripresa dell’attività sanitaria ordinaria “del dopo Covid”, quello che si paventava è avvenuto. Attualmente non si riesce a far fronte a tutte le richieste di sangue, anche quelle per interventi chirurgici oncologici.

Ogni anno l’Ail, all’inizio dell’estate, in occasione della Giornata nazionale contro le leucemie, i linfomi e i mielomi, torna a porre l’attenzione sulla carenza di sangue in Sicilia e a Palermo in particolare, la città in cui si concentra il massimo dell’assistenza sanitaria siciliana. Quest’anno la carenza è purtroppo più accentuata, già in queste prime settimane estive.

Su questo si confronteranno medici e associazioni lunedì 21 giugno, alle 17, a Villa Magnisi, a Palermo. L’evento, organizzato sotto forma di conferenza stampa, sarà anche trasmesso su Facebook, nella pagina ufficiale Ail Palermo Trapani, e su piattaforma Zoom. Nei locali di via padre Rosario da Partanna 22, sarà affrontato il tema della “Donazione del sangue in epoca Covid e i passi avanti dell’ematologia”, con un focus particolare sull’impegno di Ail per la ricerca e al fianco dei pazienti.

Interverranno Salvatore Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, Pino Toro, presidente di Ail Palermo-Trapani, i medici Paolo D’Angelo, Alessandro Indovina, Vincenzo Leone, Raimondo Marcenò, Renato Messina, Maria Enza Mitra, Maurizio Musso, Caterina Patti, Simonetta Pupella, Alessandra Santoro, Sergio Siragusa, Ottavio Ziino.

Saranno presenti le associazioni dei donatori di sangue Adis, Advs, Avis, Fratres, Thalassa.

Ma il calo delle donazioni è solo un problema ricorrente legato al periodo estivo, cioè si va in vacanza e si dona meno? È uno dei tanti problemi aggravati dalla pandemia Covid? O altro ancora?

Ci sono varie cause. Secondo Simonetta Pupella del Centro nazionale sangue, l’anno della pandemia ha sicuramente messo in crisi il sistema, determinando un calo complessivo delle donazioni in Italia del 5%, peraltro con un rallentamento del ricambio generazionale dei donatori. Secondo Renato Messina, primario del Centro trasfusionale di Trapani, il calo in Sicilia è stato contenuto (-2,1%), ma con punte negative del 6% proprio a Palermo. In Sicilia si è passati da 202.000 unità raccolte nel 2019, a 197.000 nel 2020, con l’unica significativa eccezione di Trapani e in misura minore di Caltanissetta.

Ma quali le cause aggiuntive? Certamente è stata contrastata la pandemia, ma v’è stata però una scarsa visione di insieme per garantire comunque i Livelli minimi assistenziali (come il sangue!), con l’aggravante che a Palermo tutti i servizi trasfusionali sono stati lasciati senza direzione e, dato di rilievo, è stato distratto il personale qualificato delle associazioni donatori per l’assistenza Covid, con il risultato di ridurre il numero delle raccolte di sangue. Un disastro, dunque. Con l’allentamento dei vincoli anti-Covid tutti i restanti settori sanitari stanno tentando di ridurre le liste di attesa, specialmente quelle chirurgiche, ma non riescono a fruire di adeguate scorte di sangue. Si allunga dunque la lista delle vittime innocenti della pandemia.

È dunque urgente porre rimedio agli errori del passato, innanzitutto nominando i direttori dei trasfusionali, ma anche equilibrando le risorse per il personale con cui dotare le associazioni donatori. Si dovrà garantire un equilibrio omogeneo tra le risorse erogate direttamente ai centri anti-Covid e quelle destinate a tutto il resto, soprattutto per continuare a garantire i Livelli minimi assistenziali. Non si può pensare che le associazioni donatori, vanto delle Rete sangue nazionale, ma sempre con scarse risorse finanziarie, riescano a far fronte a questa emergenza. Bisogna sostenerle concretamente, perché possano potenziare le loro risorse di personale qualificato, medici ed infermieri, e riprendere con più forza le raccolte di sangue ed emocomponenti.

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