Il processo di estinzione della fede cristiana

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Per indebolire il Cristianesimo non sono necessarie eclatanti manovre belliche, anche perché potrebbero generare l’effetto contrario, come accaduto in passato con la crocifissione di Gesù dove il “perdente” inchiodato su una croce, dopo appena tre giorni divenne il simbolo di una fede “vincente”, e in pochissimo tempo (senza l’ausilio dei social network) fiorì in tutta l’Europa e nel Mondo.

Analoga logica con la storia dei martiri. Infatti, se con la forza provi ad imporre la tua autorità contrapponendola alla fede in Cristo Gesù ne vengono fuori i Padre Massimiliano Kolbe, don Giuseppe Puglisi, Oscar Romero… (preti, vescovi e anche laici disposti a tutto pur di non rinnegare il loro Dio). Questi “poveretti” non conoscevano l’arte del silenzio o del diplomatico assenso di fronte alle manovre politiche del mondo, e così li fecero subito fuori, considerandoli dei “rompiscatole”!

Oggi è tutto molto più semplice, non c’è bisogno di uccidere nessuno, basta – a poco a poco e con pazienza – convincere gli “uomini” e le “donne” (credo si possano ancora chiamare così!) che certe abitudini, predicazioni e simbologie provenienti dalla cultura cristiana sono diventate ormai superate e inadeguate alle moderne “ateo-aperture” del nostro tempo. Tuttavia alcuni cristiani, a causa della loro “ostinata” fede in Cristo, continuano a morire in diverse parti del mondo. Tali “imprevisti”, ovviamente, rallentano il lungo processo di estinzione della fede cristiana!

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