A Catania, la forza delle materie prime dell’Officina 51

3 min read

C’è un posto a Catania, dove le materie prime sono il punto di forza dell’Officina 51 La Pinseria Mediterranea di via Pietro Mascagni. Un nuovo menù per La Pinseria che vuole coniugare sapori genuini ispirati alla tradizione mediterranea, vini autentici che raccontano il territorio e la sinergia con i produttori-artigiani. Lo scorso 10 dicembre, Officina 51 ha dunque presentato in anteprima il nuovo menù delle “pinse”, un percorso a tappe per degustare la specialità laziale rivisitata in chiave mediterranea e declinata in versione regionale attraverso l’uso attento di selezionati ingredienti simbolo della terra e della civiltà contadina: robiola di capra girgentana in foglia di fico, cosacavaddu ragusano fresco, cicoria, olive, pistacchio, i salumi etnei.

La “Pinsa”

Cosa è la Pinsa ? La parola arriva dal latino “Pinsere” che in italiano significa allungare e stendere, per osservarne la delicata gestualità, il rispetto dei tempi che prevede una doppia cottura e la qualità del lievito madre che nelle oltre 72 ore di maturazione conferisce leggerezza e allo stesso tempo consistenza all’impasto composto da tre tipi di farine molite a pietra: frumento, soia e riso. Da cibo street food ad assaggio gourmet, grazie anche ai topping che impreziosiscono la pinsa con materie prime straordinarie derivate da prodotti artigianali del territorio nel rispetto dei cicli naturali.

Maestri del gusto

A dare il benvenuto alla stampa il cooking show del maestro pinsaiolo Sathya Russo dedicato alla ricetta “Ficu”,la pinsa selezionata dalla rivista Gambero Rosso nel 2019 che ha permesso a Officina 51 di essere segnalata tra le 12 migliori Pinserie del mondo. “La buona cucina parte dai buoni prodotti” – ha affermato Francesco Russo proprietario di Officina 51 e grande cultore del buon cibo – “sto dio e ricerca sono le caratteristiche principali della nostra cucina ed è per questo che vogliamo portare avanti questi valori creando sinergia con i produttori”. Presente anche Giuseppe Indorato, maestro salumiere etneo che con il suo marchio Nero Maialino di Adrano (CT) etichetta salumi artigianali di qualità e Giuseppe Murò e raccontate da Emanuele Mazzoleni de “La Valigia di Bacco”, che hanno scelto le 5 etichette vinicole attraversando la Sicilia da est ad ovest, in un viaggio alla riscoperta dei vitigni autoctoni e delle loro espressioni.

Il nuovo prelibato menù

  • Ficu: cicoria di campo stracotti di maialino nero dei nebrodi, pomodorino semiserio siciliano, robiola di capra girgentana in foglia di fico, cosacavaddu ragusano fresco, riduzione di vino siciliano.
  • Paesana al Miele: mozzarella fiordilatte, cosacavaddu ragusano fresco, pesto di noci, miele, cipolletta fresca, noci, pepe nero, olio evo.
  • Cosacavaddu: pomodoro, cicoria saltata, cosacavaddu ragusano fresco, olive nere, olio evo.
  • Cotto e Pistacchio: mozzarella di bufala campana Dop, cotto alla brace, provola artigianale affumicata, robiola di capra siciliana, pesto di pistacchio di Bronte DOP, granella di Pistacchio
  • Sasizza e Sinapi: mozzarella fiordilatte, sinapi selvatiche, salsiccia di maialino nero dei nebrodi, cosacavaddu ragusano fresco, olive nere, olio evo.

I vini “umani” selezionati da La Valigia di Bacco:

–   Ficu: Inzolia di Biscaris

–   Paesana al miele: Etna bianco di Barone di Villagrande

–   Cosacavaddu: Ariddu Grillo di Valdibella

–   Cotto e Pistacchio: Catarratto di Bosco Falconeria

–   Sasizza e Sinapi: Etna Rosso di Barone di Villagrande

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *