Ecclissi di sole

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Continua lungo le vie del mare, l’affascinante viaggio dei nostri amici AntoedEnri. Attraverso i colori del mondo ci ricordano il rispetto della natura, il valore dei sentimenti, la gioia delle piccole cose. Il mare ha da sempre affascinato gli esseri umani  per la sua forza ma anche per i pericoli che nasconde. Il mare è divertimento, estate e romantici tramonti. Scriveva Jacques Costeau, che il mare una volta lanciato il suo incantesimo ti tiene per  sempre nella sua rete di meraviglia. Ed è quello che sentono AntoedEnri tutte le volte che prendono il largo. Loro sanno che il mare può essere pericoloso e le tempeste terribili ma non considerano il pericolo una ragione sufficiente per rimanere a terra.

di AntoedEnri
Durante una raffica di vento tutto va come al rallentatore, percepisci il passare dei secondi, l’udito si amplifica, ad ogni suono tenti di abbinarne la provenienza, analizzi con attenzione la sua durata.
Mettiamo sempre uno spezzone di cima attaccato alla catena dell’ancora, così da ammortizzare il tiro sulla barca quando il vento scarica tutta la sua forza. Sotto raffica la cima stride e la sua voce strozzata ogni secondo che passa si fa sempre più acuta, ci ripete di continuo la sua fatica, a volte arriviamo a trattenere il respiro nell’attesa e nella speranza che cessi di parlare, vorrà dire  che la raffica momentaneamente è cessata, a quel punto guardiamo un riferimento a terra per capire se ci siamo spostati.
Sono cinque giorni che il vento non ci da tregua, neanche durante la notte, tranne la sera del secondo giorno quando per un po’ è calato e ci ha concesso di andare a dormire. Sono passate due ore da quando abbiamo preso sonno, l’orologio segna le 4 del mattino ed un forte rumore metallico ci fa saltare giù dal letto, bastano pochi secondi per catapultarci in pozzetto, la parte aperta che sta nella zona posteriore, ed è li che troviamo la prua di un’altra barca appiccicata alla nostra poppa. Siamo confusi, spaventati, essere speronati mentre dormi non è una bella cosa, non capisci al momento quali danni puoi avere subito, ma intorno a noi sembra tutto tranquillo probabilmente non è stato un colpo di vento. Allora, cosa è successo?
È accaduto che l’armatore di un’altra barca, che avevamo visto arrivare il secondo giorno in quella rada, forse perché preoccupato dal forte vento che soffiava in quei giorni, aveva filato in mare troppi metri di catena per assicurare una maggiore tenuta all’ancora, 50 su appena 5 metri di fondale; quando la sera il vento ha invertito la sua direzione e conseguentemente le barche si sono girate, come accade sempre in questi casi, la sua barca, appesantita dall’eccessivo peso della catena, è rimasta sopra vento. È diventata come un’auto ferma in piena corsia di sorpasso e la collisione, anche se pur leggera, è stata inevitabile.
A mare esistono il fascino della navigazione, le rade magiche, le albe, i tramonti che ci salutano in attesa di un nuovo giorno, ma c’è anche il forte vento, le onde, la pioggia, il pericolo di urtare barche vicine ed anche le trombe d’aria come quella che qualche giorno fa si è abbattuta su Cefalù.
Appena fa giorno ci accorgiamo che durante l’impatto il nostro pannello solare si è danneggiato e per noi questo significa mancanza d’energia. Il pilota automatico, importante per le lunghe navigazioni a vela non può essere più alimentato, il frigo dove stiviamo la nostra cambusa deve rimanere spento, le luci, le pompe dell’acqua, i telefoni, utili per consultare le previsioni meteo, ogni cosa va alimentata e sulla nostra barca l’unica fonte d’energia è costituita dal sole, una fonte inesauribile alla portata di chiunque abbia sopra di sé un cielo.
Siamo nei guai, abbiamo una sola batteria di riserva ma non è bastevole, la nostra vita, cadenzata da azioni che si compiono durante il giorno con la luce del sole ed altre con il chiaro della luna, ha perso il suo ritmo. Adesso non esistono ore “cariche di energia” in cui poter svolgere ogni attività e ore di buio, in cui sospendere tutto aspettando l’alba, non esiste il giallo, l’azzurro ed il nero, ormai tutto ha un solo colore, grigio.

 

Il pannello solare chissà perché non è un oggetto che si riesce a reperire ovunque, bisogna ordinarlo, siamo su un’isola ed è agosto, abbiamo provato a contattare i negozi che stanno nelle città sulla terra ferma, ma la risposta che ci viene data è una sola, “è da ordinare ed arriverà dopo ferragosto”.
Ci tornano in mente le parole della mamma quando l’abbiamo informata della nostra situazione: “il vento soffia dove vuole, si vede che è andata come doveva andare”. Non ci perdiamo d’animo e come accade spesso per mare la solidarietà umana viene in aiuto, un nostro caro amico, anche lui in navigazione, ci informa che prima di partire aveva smontato dalla sua barca due piccoli  pannelli solari per sostituirli con uno più grande, conservandoli a casa della madre e ci dice pure che se  noi avessimo trovato il modo di recuperarli lui sarebbe stato ben felice di prestarceli.
Abbiamo subito attivato una rete solidale, dall’amico che li preleverà a casa dell’anziana signora per finire a chi ce li consegnerà, una coppia di velisti che sta per arrivare su un’isola vicina a quella in cui ci troviamo.
Adesso è l’alba e noi stiamo andando incontro a loro, tra poco arriveranno con i pannelli che monteremo sulla nostra poppa, a questo punto tutto si tinge di un colore stupendo: rosso.

 

 

 

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2 thoughts on “Ecclissi di sole

  1. Un racconto degno di un romanzo di avventura…affascinante ed emozionante allo stesso tempo. Cari amici vi auguro un po’ di giorni di calma piatta o quasi per riposare il fisico e lo spirito… un grande abbraccio

  2. Non vi e’ cosa migliore della forza di volonta’, corroborata da una forte passione e spirito di avventura senza mezzi termini, per assaporare nel segno dell’ottimismo tutti i momenti, anche i piu’ delicati, che la navigazione impone ed in special modo quella a vela, che da l’esatto parametro nell’affrontare i propri limiti, ma con spirito vincente…Complimenti!!!

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