La Valle dei Templi si presenta agli Istituti Italiani di Cultura all’estero

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Durante il lockdown, nonostante la chiusura dei luoghi di cultura, il Parco non si è mai fermato sia nell’attività scientifica di ricerca, sia progettando attività e nuove esperienze per turisti di prossimità, ma anche guardando al mercato internazionale e al ritorno dei grandi flussi pre-pandemia, quando la Valle dei Templi è arrivata a sfiorare il milione di visitatori.

Sfaccettature esperienziali che si presentano come innovative in un momento in cui il mondo sta scoprendo il fascino slow della scoperta, dell’attenzione alle piccole, ma ricche, cose e si delinea il profilo di un viaggiatore sempre più appassionato, un travel-addicted che non tralascia i templi millenari, ma si tuffa anche nella natura rigogliosa – che il periodo di chiusura ha reso straordinariamente libera -, studia i cantieri a cielo aperto, scopre il lavoro degli archeologi che proprio in questi ultimi mesi stanno portando avanti progetti internazionali: dalle scoperte sul Teatro ellenistico ai nuovi scavi nel quartiere greco-romano, fino agli interventi nell’area del Tempio di Zeus e alla ricostruzione di un antico Telamone.

“Da Agrigento la Sicilia regala meraviglia. La Valle dei Templi mostra con orgoglio il frutto della sua storia a un mondo sempre più curioso e attento – sottolinea Alberto Samonà, assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana –. In Sicilia è la chiave di tutto: attraverso il ciclo di incontri con gli Istituti di Cultura, la Sicilia ricorderà a tutto il mondo che esiste un tempo che è fatto di silenzio e suoni primordiali, di sguardi, di ascolto, di sapori, di dimensioni antiche e senza tempo che abitano l’anima di ogni uomo. La Sicilia parlerà di sé creando anche nel più scettico degli spettatori, in qualunque parte del mondo viva, la certezza che è già rinascita e che gli storici templi di Agrigento e i profumati frutti che la terra di Sicilia produce, sono lì, ancora una volta, in palpitante e quieta attesa”.

Un viaggiatore curioso che cammina nel verde; e gusta. Sì, perché alla Valle dei Templi si è iniziato a produrre: con un’attenzione puntigliosa per il territorio – un unicum: 1400 ettari di storia, grazia, bellezza, tolleranza, contaminazioni, accessibilità -, puntando sulla valorizzazione di un paesaggio millenario, premiato dall’Unesco, anche attraverso le sue colture. “Ad un patrimonio storico di valore immenso, su cui hanno lasciato traccia italici, greci, romani, arabi, ispanici, normanni, la Valle dei Templi affianca la tutela della biodiversità, promuovendo un progetto innovativo che si candida ad apripista per operazioni analoghe in altri siti archeologici” dice il direttore della Valle Roberto Sciarratta. Ulivi, viti, pistacchi, mandorli, aranci; e capperi selvatici, grani antichi, fichi d’India … creature del territorio da promuovere come se fossero rami di un unico albero che affonda le sue radici nella Storia. Il progetto DIODOROS nasce da qui: un marchio unitario sotto cui commercializzare le produzioni della Valle dei Templi; vino, olio, conserve, confetture, presto succhi, tisane e pasta. Ma non si tratta solo di prodotti: l’involucro che li avvolge è fatto di experience in dialogo con il territorio agrigentino, che profuma ancora di zagara, vive sulle mani e sull’inventiva dei suoi artigiani e produttori. È un museo diffuso che sboccia spontaneo, fatto di siti archeologici minori – sono 40 quelli di competenza del Parco più otto musei gioiello – e teatri di pietra affacciati sul mare, ma anche di coinvolgimento delle comunità locali alle quali vengono offerte non sterili location turistiche, ma habitat partecipativi su cui intervenire.

Una Valle dei Templi viva, dal respiro sempre più internazionale che punta a presentarsi in una veste contemporanea con un’esperienza di visita ancora più personalizzata e un’offerta turistica sostenibile” interviene Letizia Casuccio, direttore di CoopCulture (concessionaria dei servizi aggiuntivi del Parco) che ricorda come in Valle è possibile fruite di visite guidate, audioguide e app  in più lingue, di esperienze straordinarie come l’alba o il tramonto sullo sfondo dei templi, ma di anche virtual tour guidati da archeologi per visitare il sito a distanza nonché l’acquisto dei biglietti in versione smart, anche su WeChat.

CoopCulture ha dunque organizzato questa serie di workshop con i direttori e i funzionari dei principali Istituti di Cultura italiana all’estero.

Il primo incontro – appena concluso – ha attraversato l’Europa per raggiungere l’Oriente, il Giappone e la Cina: da Agrigento sono intervenuti il direttore Sciarratta, con il personale scientifico e accademico, in collegamento con gli Istituti Italiani di Cultura di Tokyo e Osaka, che hanno partecipato con i funzionari di ambasciata. E gli Istituti di cultura di Pechino, Shangai e Hong Kong anche questi con il supporto dei funzionari dell’ambasciata italiana presso la Repubblica Popolare Cinese; per la Cina anche il distretto Sino Italiano di Chengdu. Era collegato anche un funzionario del Ministero degli Esteri italiano e hanno partecipato corrispondenti e giornalisti delle maggiori testate straniere.

I prossimi incontri sono già in calendario con Tunisia (30 marzo), Australia (8 aprile), Paesi Bassi (13 aprile) e Germania (20 aprile). Seguiranno nelle prossime settimane, Belgio, Canada, Federazione Russa, Francia, Grecia, Regno Unito, Stati Uniti.

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