Palermo: al Gonzaga Campus si riparte dalla relazione

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“Sì al ritorno in classe, ma senza caricare di verifiche gli studenti”!

A dirlo, in una lettera inviata agli studenti e ai docenti delle scuole superiori è padre Vitangelo Denora, direttore del Gonzaga Campus. In un anno scolastico in bàlia della pandemia, alternato da aperture e chiusure, da rientri e da didattica a distanza, i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori sono molto stanchi e provati. Sì allora, al rientro da oggi in classe, nell’ultimo mese di scuola ma, mettendo – al di là degli obiettivi didattici da conseguire – la relazione al centro fatta soprattutto di ascolto e comprensione reciproca per allontanare paure, ansie e difficoltà di ogni tipo. “Non riempiamo queste settimane di verifiche e interrogazioni – sottolinea p. Vitangelo Denora -. Valutiamo lavori, riflessioni e intuizioni con la libertà di dare spazio e ragione al percorso dei nostri studenti. Approfittiamo di questo tempo per aiutare, anche con gli strumenti della didattica, a far riemergere una umanità ferita, ma bellissima. Se noi e la scuola non ripartiamo da lì credo che,come dice papa Francesco, avremmo perso una occasione per essere migliori e costruire un mondo migliore.” P. Vitangelo Denora, mette in risalto che a vincere deve essere la gioia di ritornare perché andare a scuola deve essere una esperienza bella, di scoperta, di socializzazione, di vita e di crescita. “Comprendo che ci sono tante emozioni che attraversano il cuore, sia positive che negative. Tra le prime: la gioia di riprendere una vita progressivamente ordinaria, le relazioni tra i compagni in primis e con gli adulti di riferimento, la soddisfazione di riprendersi in mano il diritto non solo di studiare, ma di crescere in una maniera più piena come ogni altro ragazzo e ragazza della vostra età in tempi ordinari. Ma il cuore è attraversato anche dalle paure dei ragazzi e delle ragazze: ce la faremo a riprendere la vita scolastica di sempre? “I professori useranno questo mese per fare tutti i compiti e le interrogazioni che non abbiamo potuto fare quest’anno? Meglio stare in DAD: E poi sarà facile uscire ogni mattina dal proprio, guscio? Poi una paura più grande che ci attraversa tutti: per quanto durerà questa normalità che sembra progressivamente ricostituirsi? Quanti giorni o settimane prima che si riprenda con il solito scenario? Questa paura lavora nel cuore anche in modo sotterraneo e a volte ci impedisce anche di sperare: meglio non illudersi ci dice una vocina dell’interno, meglio non sperare! Forse tutto il nostro anno è stato caratterizzato da questi sentimenti contrastanti ed è stato un anno particolarmente difficile. La stanchezza si fa sentire…  ma siamo qui e siamo insieme come comunità.”

Conclude P. Denora con l’augurio di riprendere quest’ultimo mese di scuola, in una prospettiva di vita propositiva e costruttiva, con magnanimità, per il benessere di tutti. Come direbbe Papa Francesco: con un animo grande, aperto, pieno di sogni e di futuro!

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