Pasolini 100, il MiC ricorda il grande intellettuale con iniziative digitali e una mostra

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Una mostra, un video inedito e numerose iniziative digitali. Così il Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini, ricorda Pier Paolo Pasolini a 100 anni dalla nascita. L’esposizione “Pier Paolo Pasolini. Manifesti per il suo cinema” al Museo Salce di Treviso ha aperto al pubblico, ieri, nella sede della Chiesa di San Gaetano, per ripercorrere la storia, l’attività, l’arte e il pensiero del grande intellettuale bolognese di nascita, ma romano d’adozione.

Pasolini, dotato di numerosi talenti trasformati in impegno artistico in più campi del sapere, fu regista, poeta, pittore, romanziere, linguista, sceneggiatore e saggista. Nella mostra al Museo Salce, che custodisce la più importante raccolta pubblica italiana di manifesti pubblicitari d’epoca, non potevano mancare i manifesti pubblicitari di alcuni dei più celebri capolavori pasoliniani, come quello di Accattone (1961), Comizi d’amore (1964), Edipo re (1967) e Mamma Roma (1962), per citarne solo alcuni. E la locandina della mostra è stata realizzata da uno de più influenti cartellonisti cinematografici italiani, l’ultimo dei nostri tempi, che lavorò con i più importanti professionisti del cinema del suo tempo: Renato Casaro. Il manifesto, realizzato proprio per il centenario pasoliniano, si aggiunge a quelli esposti in mostra.

Sui profili istituzionali MiC è online un breve video realizzato dall’Ufficio stampa del ministero in collaborazione con l’ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, che ha messo a disposizione fotografie di archivio dei “luoghi di Pasolini” e con i ritratti di PPP gentilmente concessi dalla Fondazione Toti Scialoja. Un racconto per immagini sull’artista e per l’artista narrato attraverso le citazioni tratte dai sui scritti giovanili, 70 scatti fotografici che lo ritraggono in differenti contesti romani, immagini in bianco e nero, fotografie aeree che rievocano luoghi, momenti e paesaggi lontani: i bombardamenti a Casarsa durante la seconda guerra mondiale, Monteverde a Roma negli anni ’50, la Torre di Chia nel 1974 e 1975, l’Idroscalo di Ostia nel 1975, anno della sua tragica scomparsa.

La mostra al Salce, patrocinata dal MiC, è stata realizzata dalla Direzione Regionale Musei del Veneto in collaborazione con la Cineteca del Friuli Venezia Giulia e con Suasez. Le immagini e la documentazione presenti nello spazio espositivo provengono dalla Fondazione Toti Scialoja, dall’immenso archivio dell’Aerofototeca Nazionale custodito presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, e dalla Cineteca del Friuli.

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