Amare di più l’anima dei nostri figli sull’esempio di Santa Monica

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Sono diversi gli amici che mi chiedono (conoscendo il mio impegno ecclesiale da laico, come un normale padre di famiglia) come possono far riscoprire la bellezza della fede ai loro figli, persi ormai dentro l’ammaliante mondo dei social che li rende sempre più soli e poveri di relazioni. Non esiste, almeno da parte mia, una risposta facile e univoca. Soprattutto oggi che abbiamo sfrattato Dio dalle nostre vite. Indubbiamente se stai vicino al fuoco ti scaldi e questo tipo di lavoro educativo non si può fare da soli, bisogna aiutarsi tra di noi e tra le famiglie.  Anche un laico è chiamato a fare questo tipo di lavoro. Forse ci sono pochi focolai?  Capisco però, che per molti genitori credenti vedere i figli allontanarsi da Dio è un dolore tremendo. Lo posso capire: se vuoi il meglio per i tuoi figli non puoi non dargli meno di Dio, e per chi crede, tutto questo è un’aspirazione legittima. Per grazia, ricordiamolo, e non per qualcosa che dipende da noi, gratuitamente Dio si dona a tutti, anche a chi decide di non rispondergli.  C’è una basilare certezza: Dio è alla continua ricerca dell’uomo e prima o poi l’incontro avverrà. E lo dico oggi che si festeggia S. Monica. Una madre cristiana (mamma di S. Agostino) che ad un certo punto, dopo avere trasmesso ed educato con amore e rispetto la bellezza del cristianesimo, vede il figlio Agostino deviare dal percorso di fede e intraprendere la via della dissolutezza e dei vizi. Molto probabilmente anche lei si sarà posta la domanda, che tanti genitori oggi si pongono, su come fare rincontrerei il figlio di nuovo con Dio. Di certo non si fermò solo alla domanda, cominciò, si evince dalla sua biografia, un’incessante preghiera unita ad abbondanti e calde lacrime per domandare a Dio la conversione del figlio. Potrà sembrare il solito sermoncino, però non possiamo sottovalutare il fatto che qualcosa di grande avvenne in suo figlio Agostino. Soffermiamoci su questo, non è un fatto da poco. Lui stesso dira: “mia madre mi ha generato due volte, la prima nella carne a questa vita temporale, la seconda mi ha generato col cuore alla vita eterna”. Molto bello quello che lui dice. C’è da chiedersi: i nostri figli non hanno diritto ad avere genitori che desiderano per loro la felicità eterna? Siamo davvero certi che tutto finisce qui? Come possiamo rinunciare alla felicità eterna per i nostri figli?  Privarli di domande che riguardano il senso religioso di ogni uomo è davvero un gesto d’amore e di libertà? Ebbene, penso che ogni mamma dovrebbe sentirsi onorata nel sapere che oggi S. Monica vuole ricordargli di fare di più, di amare di più l’anima dei propri figli. S. Monica testimonia che bisogna credere sempre nel cambiamento dei figli avendo fiducia, pazienza, perseveranza e amore. Prima o poi i nostri figli, grazie all’opera incessante di Dio, liberamente matureranno la propria personalità e la propria vocazione. L’importante è non perdere mai la Speranza e lavorare ogni giorno affinché ogni cuore umano si apra all’incontro con Dio, nelle modalità che Lui riterrà più giuste. Come genitori ogni giorno dobbiamo lavorare per arricchire il cuore dei nostri figli con profonde domande di senso e con una spiritualità e una cultura che sappiano promuovere la loro umanità fino in fondo.

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