Caccamo celebra la pizza, l’emblema planetario della gastronomia italiana
4 min read“Patrimonio culturale dell’umanità, trasmesso di generazione in generazione e continuamente
ricreato, in grado di fornire alla comunità un senso di identità e continuità e di promuovere il
rispetto per la diversità culturale e la creatività umana” è, probabilmente la sintesi più efficace
dello storico inserimento nella lista del Patrimonio Immateriale dell’UNESCO (2017).
Un fatto di immensa portata se si addiziona alle altre iscrizioni nazionali nell’ambito della
tradizione enogastronomica, (la “Dieta Mediterranea”, bene transnazionale iscritto nel 2013, e “La
vite ad alberello di Pantelleria” iscritta nel 2014).
E se di tradizione, di identità, di gusto e di promozione culturale vogliamo parlare non possiamo che prendere in esame quanto accade a Caccamo – borgo medievale della Sicilia settentrionale – che si prepara a celebrare per la quinta volta i fasti della pizza, l’intramontabile elaborazione gastronomica da forno.
Sua maestà la pizza
Un week-end (sabato 28 e domenica 29 settembre) dove questo centro urbano si trasformerà in una gigantesca pizzeria a cielo aperto, con tanto di forni a legna e tavolate festanti, buona musica,
pizzaioli di grande esperienza che faranno sfoggio della propria arte gastronomica realizzando
pizze, calzoni e focacce capaci di sedurre le interminabili fila di voraci avventori e curiosi di ogni
genere (considerati i dati di affluenza delle ultime quattro edizioni) che, processionalmente,
raggiungeranno la cittadina del palermitano, scrigno di riti e memorie di grande fascino e
importanza, tra tutti e a titolo di esempio il suo castello, il maniero feudale più grande dell’Isola.
Cuore dell’apparato organizzativo è il “Centro Commerciale Vivi Caccamo” (che rappresenta
oltre 40 attività economiche territoriali) supportato dalla Pro Loco cittadina “Giorgio Ponte” dal beneplacito dell’amministrazione comunale e dalle attivissime pizzerie del borgo che con il loro magnetico richiamo, captano i palati isolani e non solo.
Ma questo rito annuale non è stato pensato esclusivamente per esaltare il pilastro gastronomico
nazionale, rafforzando il ruolo degli ingredienti, soprattutto quelli che esprimono le vocazioni del
territorio: agricoltura e zootecnica.
Tradizione, gusto e cultura
“A Caccamo c’è una lunga tradizione della pizza siciliana – afferma Salvo Porretta, componente del
Centro Vivi Caccamo e titolare del ristorante – pizzeria ‘A Castellana ubicata all’interno di quelli che un tempo furono gli antichi granai del castello e segnalata nella prestigiosa guida Osterie d’Italia di Slow Food Editore, nella guida Lonely Planet Sicilia, nel Touring Club Italiano, ne Gola in Viaggio
(AliceTv), nella Guida Ristoranti de Il Sole 24 Ore e in Think Sicily – considerato che negli anni ’70 le pizzerie dalle nostre parti (Palermo e provincia) si potevano contare con le dita delle mani. Le nostre pizze sono dei perfetti contenitori di ingredienti del territorio: a partire dalla base della pizza costituita dagrani antichi siciliani e continuando con i prodotti locali tra le quali la salsiccia caccamese e i gustosissimi formaggi”.
Qui dobbiamo aprire un piccolo focus per evidenziare il grande ruolo di questo insaccato nel
panorama gastronomico isolano: la Sagra della salsiccia di Caccamo – che il prossimo 13 ottobre
vedrà il suo ultra annuale natale – rappresenta un evento unico, imperdibile per decine di migliaia di
appassionati connazionali e non. Ma torniamo alla protagonista della nostra sosta del gusto, la pizza. “Tra le prime pizze sfornate dalla nostra pizzeria – continua Salvo Porretta – a partire dal 1976 c’è stata la pizza con la salsiccia. Già, perché quello che a noi contemporanei sembra una cosa scontata, cioè la presenza della salsiccia (e di altre farciture) nelle pizze, in quegli anni sembrò qualcosa di innovativo e di incredibilmente gustoso destando grande successo”.
E l’attenzione maniacale per l’universo della pizza da queste parti è stata rivolta ai temi della qualità
e della potenzialità del territorio: non a caso le decine di varianti di pizze dai nomi accattivanti ed
altisonanti hanno ampliato le loro farciture con l’utilizzo della salsiccia pasqualora – una istituzione
caccamese con una tradizione antica, raccontata da Virgilio nelle Georgiche e presidio Slow Food –
o lo squacquerone bio locale prodotto dalla Tenuta Manchi.
Una pizza “particolare”
“Abbiamo una grande tradizione alle spalle sia in termini di lavorazione che di prodotti –
spiega Domenico Sireci, da molti anni pizzaiolo della ‘A Castellana e Trainer Senior della
Federazione Italiana Pizzaioli – e da anni formiamo generazioni di pizzaioli capaci di esprimere
grande professionalità nelle pizzerie dell’Isola nella realizzazione del piatto italiano più noto al
mondo”. E ci sarà naturalmente spazio per le reverenziali degustazioni delle star da forno – che ormai attanagliano i ricorrenti sogni gastronomici di molti – come la Pizza dell’Architetto divenuta una iconica rappresentante di questo territorio, capace di scommettere sul futuro – in maniera spesso visionaria – basandosi sulle proprie peculiarità e sul proprio bagaglio culturale secolare.