I musei statali in Italia fruttano l’1,6% del PIL

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27 miliardi di Euro, pari all’1,6% del PIL e 117mila occupati: è la prima fotografia del contributo dei musei statali in Italia, presentata ieri mattina a Roma alla presenza del Ministro Dario Franceschini e sviluppata per la prima volta da Boston Consulting Group (BCG), in collaborazione con il MiBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

E nonostante non sia facile fare i conti al patrimonio culturale –considerato che molte informazioni non sono di facile reperibilità, lo studio condotto dalla società Boston consulting ha evidenziato che i 358 musei e siti archeologici statali, di cui 32 autonomi, oggi danno lavoro a 117mila addetti, sono visitati ogni anno da 53 milioni di persone, generano 27 miliardi di euro (l’1,6% del Pil) e producono ricavi per 278 milioni di euro.

L’analisi di Boston Consulting ha offerto anche suggerimenti per potenziare gli effetti benefici di un volano così portentoso per l’Italia: incentivi più decisi e strutturati al mecenatismo – che richiedono maggiori investimenti sul fronte del personale, una più capillare diffusione del digitale, campagne di comunicazione più penetranti. Questo permetterebbe di far crescere anche i contributi dei privati a sostegno della cultura: oggi i mecenate versano l’1% dei 278 milioni, buona parte grazie all’art bonus, mentre all’estero in alcuni Paesi l’aiuto dei privati arriva fino al 20% dei ricavi culturali. Inoltre, aumenterebbero dai 2-7 euro attuali ai 10-20 i soldi che mediamente un visitatore lascerebbe nelle casse dei musei – e lo sfruttamento più minuzioso del turismo culturale: al momento, sui 123 milioni di visitatori italiani e stranieri che in un anno pernottano almeno una notte nelle strutture ricettive, 42 milioni affermano di farlo per motivi culturali e il 57% (24 milioni) è interessato ai musei statali. Un bacino che, secondo la ricerca (che si è concentrata su quattro aree: economica, sociale, culturale e ambientale), potrebbe crescere in maniera rilevante con più attenzione alle politiche culturali. Boston consulting ha, per esempio, registrato che solo l’11% dei musei offre l’audioguida, vengono esposte solo i l 6% delle opere possedute in collezione, il 49% dei siti ha restaurato le proprie opere e il 56% ha svolto ricerche o pubblicazioni.

Per il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini: “Oggi più che mai è fondamentale che alla cultura sia data una grandissima attenzione, sia perché è un veicolo per nutrire lo spirito e le menti delle persone sia perché è una grande opportunità di crescita economica. Questo studio lo dimostra. Il governo rafforzerà gli investimenti in cultura sia per il dovere costituzionale di tutelare il patrimonio culturale sia per supportare le imprese dei beni culturali che operano nel nostro paese, ma anche per tutti coloro che lavorano quotidianamente nei musei, nei parchi archeologici, nelle biblioteche, negli archivi e nelle strutture periferiche del Ministero”.

Per Giuseppe Falco, Amministratore delegato di BCG Italia, Grecia, Turchia e Israele: “Il ruolo della cultura e dell’arte è fondamentale e strategico per il Paese. Lo è da un punto di vista sociale, culturale ed economico, per il contributo diretto e indiretto allo sviluppo che può garantire. Lo dimostrano i numeri, elaborati dalla ricerca BCG sui musei statali: investire in cultura si rivela una scelta chiave per stimolare la crescita della nostra economia. Vediamo una grande opportunità da cogliere: gli impatti positivi di tale investimento possono abilitare un circolo virtuoso e creare ulteriori risorse necessarie a migliorare accessibilità e fruibilità dei musei, preservare le opere e potenziare la ricerca”.

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