L’Immacolata siciliana
3 min read160 anni fa, l’8 dicembre del 1854 papa Pio IX proclamava il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria. «Con l’autorità di Nostro Signore Gesù Cristo – affermava il Pontefice nella costituzione apostolica “Ineffabilis Deus” – dichiariamo, affermiamo e definiamo rivelata da Dio la dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria fu preservata, per particolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, immune da ogni macchia di peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento». Da quel momento – secondo le norme giuridiche del Diritto Canonico – il dogma dell’Immacolata diventò oggetto di fede, certa ed immutabile, per tutti i fedeli.
Forse, però, non tutti sanno che prima ancora della definizione dogmatica, in Sicilia si celebrava già la “santa Concezione” della Vergine Maria. Un particolare legame unisce, infatti, i siciliani al dogma dell’Immacolata; un legame che san Giovanni Paolo II ha messo in evidenza in un messaggio, inviato al card. Salvatore De Giorgi, Arcivescovo di Palermo, in occasione delle celebrazioni promosse dalla Chiesa siciliana per il 150° anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. «Tale devozione – scriveva il Papa –, infatti, risale sicuramente ai tempi della dominazione bizantina, tra il VI e il IX secolo. La Madre di Cristo era particolarmente venerata con il titolo di Panaghia, Tutta Santa. Di lei si cominciò a celebrare liturgicamente la “santa Concezione”, e tale culto proseguì e si sviluppò nell’Isola senza interruzione. Nel secolo XV, in seguito alla predicazione dei Frati Francescani, la festa divenne addirittura di precetto, si moltiplicarono le chiese e le cappelle intitolate all’Immacolata e se ne diffuse l’iconografia propria. […] L’Immacolata fu dichiarata principale Patrona di tutta la Sicilia, con l’impegno per i fedeli di professare e difendere tale verità fino alla morte, un voto che è rimasto in vigore fino ad oggi, superando i mutamenti dei tempi e dei regimi» (dal Vaticano, 18 Ottobre 2004).