Qual è la Forza della Preghiera?

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In questo tempo di incertezza e di diffusione dell’epidemia da COVID 19 da più parti arrivano stimoli che ci sollecitano a pregare. Soltanto una settimana fa Papa Francesco ha pregato il Signore in una piazza deserta affinché fermi l’epidemia, Arcivescovi e preti celebrano messe, recitano novene e rosari, utilizzando i social e affidano le città ai Santi e alle Sante protettrici.

Relativamente alla preghiera nella Chiesa Cattolica c’è una lunga tradizione liturgica di atti di culto per debellare pestilenze, carestie o chiedere le grazie necessarie, tutti gesti e parole che raccontano la nostra fede nel cosiddetto “tempo della prova”.

Ma c’è una domanda di fede che oggi ricorre:

Qual è la forza della preghiera? Se preghiamo cambia qualcosa?”

Innanzi tutto dobbiamo dire di no ad una certa mentalità apocalittica diffusa che vuole far passare il corona virus come flagello di Dio per punire l‘umanità, o l’idea che Dio abbia bisogno di tante preghiere per commuoversi e venire in nostro aiuto. Pregare non è una tecnica di magia o di meditazione, non esiste la preghiera magica. Ma allora qual è l’effetto o l‘efficacia desiderata della preghiera? Una minore diffusione del contagio forse? Un accorciamento dei tempi dell’epidemia? O la speranza che il virus non contagi  la mia famiglia?

Pregare non è dedicare qualche tempo durante il giorno a formule rituali, per cercare di accaparrare  miracoli per se stessi, è possibile infatti recitare preghiere tutto il giorno ed allo stesso tempo non avere mai pregato un minuto. Pregare significa entrare in contatto profondo con Dio e  instaurare con Lui  un rapporto. La preghiera è un bisogno intimo dell’uomo, innato nel suo cuore, semplicemente per potere entrare in comunione con Dio. Un rapporto che non nasce nella preghiera se non nasce nella vita. Attraverso il contatto con Dio ci sentiamo amati e protetti, ecco perché è indispensabile che facciamo la scoperta che Dio ci ama e ci chiama. La nostra vita è un dono di Dio e dobbiamo farne qualcosa di buono. Dio, in Cristo, chiama ciascuno di noi a questa straordinaria avventura e si aspetta  una risposta. Dio ha “bisogno” delle nostre energie, della nostra fede, del nostro amore; Dio è amore concreto e ci vuole felici in questa vita, pure in questo tempo di prova. Diceva il Cardinale Carlo Maria Martini che la preghiera cambia l’uomo nel profondo del proprio essere, ma è visibile attraverso i nostri atteggiamenti, il nostro sguardo il nostro cuore, la preghiera è luce nel nostro volto.

La preghiera non cambia la realtà ma può cambiare noi stessi.

Quando ci sentiamo voluti bene avviene in noi un cambiamento che si vede:  il nostro volto si illumina e diventiamo più belli, un po’ come essere innamorati. L’amore non è facile da nascondere e così è l’amore verso Dio. La preghiera cambia ci fa nuovi . La preghiera vera  cambia lo sguardo,  il nostro modo di rapportarci all’altro,  cambia il nostro modo di amare non solo il fratello, ma anche il creato.

Pregare  cambia lo sguardo, da senso alla nostra esistenza ci fa riguardare la nostra vita con gli occhi di Dio recuperando una visione di insieme. Aiuta ad uscire da se, apre il nostro cuore alla solidarietà, ci rende più vicini, se è autentica trasforma la personalità. Mettiamo Lui al primo posto e ci abbandoniamo a Lui.

 Pregare cambia il nostro atteggiamento nei confronti della vita. La preghiera da la carica per affrontare, pieni di speranza, qualunque periodo ci troviamo a vivere, anche quello che stiamo attraversando adesso. Ci libera dalla paura che in questi giorni ci assale, fino ad avere compassione degli altri. La compassione nasce dal’ amore, per colui che è povero, per gli ultimi. Papa Francesco lo ricorda più volte , farsi prossimi sino a piangere con chi soffre. L’amore ha sempre un volto, moriamo quando siamo chiusi nelle nostre paure, nella nostra autosufficienza.

Pregare ti cambia il cuore, diventiamo come bambini con un cuore piccolo, un cuore che si fida di chi ci ama. Questo è un atto d’umiltà con cui riconosciamo di avere bisogno di Dio. Quasi sempre noi non abbiamo fede perché il centro della nostra attenzione, quando chiediamo, non è affatto Dio, ma i bisogni del nostro io. Se il problema per cui preghiamo diventa più importante di Dio, allora la nostra fede vacilla.

Se abbiamo un rapporto autentico con Dio  la preghiera diventa uno dei momenti più belli della giornata, diventa una fonte di acqua viva. Solo così possiamo trovare nella preghiera vocale, rosario, giaculatorie, un occasione per mantenere vivo il rapporto di sincerità con Dio, con l’aiuto di Maria che come nelle Nozze di Cana esprime al meglio quando noi non sappiamo farlo.

Se preghiamo Dio perché cancelli questa epidemia di corona virus,  in fondo stiamo chiedendo di farlo attraverso tanti uomini di buona volontà, medici, infermieri, ricercatori, volontari, a cui Lui attraverso la preghiera avrà cambiato lo sguardo, l’atteggiamento, il cuore. In una parola la vita.

In questo momento in cui restiamo a casa ricordiamoci che li fuori ci sono tante persone che hanno bisogno di noi, facciamoci prossimi nel modo che riteniamo più adatto alle loro esigenze e alle nostre possibilità, anche questa è preghiera. Non dimentichiamo che l’uomo e la donna sono capaci di piccoli e grandi miracoli quotidiani basta crederlo.

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