I ristoratori di Ragusa lanciano appello a Conte

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Un gesto di speranza ma anche di protesta pacifica, silenziosa e simbolica. I Ristoratori Uniti della provincia di Ragusa, martedì sera, hanno acceso le luci delle loro attività, locali rimasti al buio da quando l’emergenza sanitaria ha imposto la chiusura degli esercizi, aderendo all’iniziativa nazionale di flashmob del settore. Il comitato spontaneo tra gli operatori della Ristorazione Professionale, il comparto dell’imprenditoria enogastronomica e della ricettività/ospitalità turistica della provincia di Ragusa si è costituito nei giorni scorsi per sollecitare in maniera unitaria l’attenzione delle istituzioni e della comunità sulla gravissima crisi attraversata dal settore. In particolare il comitato ha costituito una piattaforma di richieste sintetizzate in un documento trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, alla presidenza della Giunta regionale e al sindaco di Ragusa, dove si chiede:

  • Una reale e concreta immissione di liquidità destinata alle nostre aziende, a cui è stata imposta la chiusura in mesi importanti dal punto di vista degli incassi. Ci diciamo disposti ad accettare solo strumenti di finanziamento a fondo perduto, e rigettiamo le misure del Decreto Italia, che non fanno altro che aumentare l’indebitamento delle nostre aziende e la conseguente morte commerciale.
  • La cancellazione dei tributi per il 2020, a tutti i livelli, comunale, regionale e statale, e altresì la copertura contributiva per tutto il 2020 da parte dello Stato.
  • Una collaborazione e vicinanza delle istituzioni nella richiesta ai privati di una totale rimodulazione dei canoni di affitto.
  • Un affiancamento, nella richiesta ai gestori, di sospensione delle bollette delle varie utenze, con un piano di rimodulazione che preveda un rientro dolce e la garanzia che non cessino le relative forniture
  • L’avvio di una contrattazione con il mondo bancario, per una rinegoziazione dei prestiti con rimodulazione dei tassi di interesse vicino allo zero, oltre naturalmente alla totale sospensione (quota capitale e interessi) dei prestiti in atto con spostamento delle rate in coda.
  • La proroga della cassa integrazione straordinaria per il personale in forza al 23/02/2020 e fino al 31/12/2020.
  • L’assunzione di responsabilità, da parte delle istituzioni, per intero, della salute pubblica. Certi che mai ci sarà un rischio zero, saremo disposti alla riapertura se e solo se sarà il pubblico a farsi carico, dal punto di vista economico e giuridico, di un’eventuale nuova ondata pandemica, e quindi di un nuovo lockdown, come anche degli specifici accurati controlli igienico sanitari. A nostra volta ci impegniamo a rispettare le norme chiare che il Governo ci imporrà: distanziamento dei tavoli, sanificazione e uso degli appositi dispositivi di protezione individuale.
  • erogazione nel più breve tempo possibile dei pagamenti della cassa integrazione a cui i loro dipendenti non hanno ancora avuto accesso.

A tal proposito va previsto un adeguamento degli spazi attualmente a disposizione dei locali, con la possibilità di ampliare le aree destinate ad accogliere i clienti senza oneri aggiuntivi da un punto di vista burocratico ed economico (occupazione suolo pubblico, ampliamento aree esterne, ecc ecc). I ristoratori chiedono infine di non essere chiamati a rispondere, penalmente o economicamente, degli eventuali comportamenti scorretti dei nostri clienti.

Il comitato resta vigile e operativo nei prossimi giorni, continuando a promuovere iniziative di sensibilizzazione e non solo, per tenere desta l’attenzione di tutti sull’attuale fase che rischia di mettere in ginocchio una delle spine dorsali dell’economia iblea.

Oggi non ci sentiamo né tutelati né supportati dal nostro governo – scrive il Comitato – Chiediamo, come leggerete nel nostro documento, aiuti economici concreti e indicazioni precise riguardo i dispositivi di sicurezza da adottare, entrambe condizioni senza le quali ci rifiuteremo di riaprire le nostre attività“.

 

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